Il consigliere Lorenzo Italiano insiste per discutere in Aula le linee generali del Prg

Il consigliere Lorenzo Italiano in una nota rilancia sulla necessità che sia il Consiglio comunale ad esprimersi sulle linee guida del Piano regolatore generale. L’esponente della minoranza ha rinnovato la richiesta al presidente del consiglio, Alessandro Oliva di convocare una seduta ad hoc, non accettando le affermazioni della maggioranza delle forze politiche consiliari che hanno rigettato la sua mozione sostenendo che non possono esserci ingerenze nel lavoro dei progettisti.

“Una considerazione che nulla c’entra con la mia richiesta – afferma Italiano – in quanto il sottoscritto ha detto e a sancirlo è anche la normativa, che il Consiglio deve essere chiamato nella fase preliminare ad esprimersi sulle linee guida alle quali i progettisti dovranno attenersi. Per di più oggi in materia urbanistica parliamo di PUG (Piano urbano generalizzato), introdotto dalla legge del 2020 che prevede la riclassificazione delle zone urbanizzate e la riqualificazione del tessuto esistente al fine di ridurre il consumo di nuovo suolo. Non solo. L’attuale variante oggetto di studio si riferisce ad un Prg, datato 1989 con una previsione di crescita demografica della città di Milazzo sino a 50 mila abitanti. Cosa che non è assolutamente avvenuta. Ma nel frattempo l’edilizia è cresciuta sulla scorta di quei parametri e la stessa Regione ha identificato Milazzo come la città con l’indice di edificabilità più alto in rapporto alle abitazioni esistenti.

Il Pug – prosegue il consigliere – deve essere inquadrato pertanto in maniera diversa, abbandonando la filosofia del passato e puntando su parametri di confort urbano che guardino alla mitigazione dei cambiamenti climatici, alla riduzione dei rischi alluvionali (costiero, fluviale e pluviale). Ecco perché è opportuno prima di mettere su carta l’elaborato, aprirsi al confronto non solo con le forze politiche ma con le realtà professionali, con le associazioni, con tutti coloro che possono dare un contributo sulla base delle loro esperienze. Per questo auspico che il messaggio sia recepito e si possano promuovere una serie di confronti in Aula per arrivare ad una sintesi che sia frutto di tante conoscenze territoriali. Del resto lo fa anche l’Autorità di sistema portuale prima di avviare l’iter di redazione dello strumento urbanistico che riguarda i porti di competenza. Perché non deve farlo Milazzo?

La rigenerazione urbana è stata immaginata nelle linee guida per la progettazione delle nuove città proprio per la salvaguardia del nostro habitat; per consegnare alle generazioni future nuovi modelli di sviluppo del territorio. Occorre muoversi in questa direzione. Non è più il tempo delle zone dormitorio come San Paolino o il Ciantro, o anche tutto quello che come funghi è spuntato in tutti questi anni, nel silenzio generale”.

 

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